Girovagando per la Provenza è facile imbattersi nella grande cattedrale gotica di Saint Maximin de la Santa Baume. La sua sagoma si staglia austera nella campagna provenzale attorniata da un piccolo paesino con le persiane colorate.
Una minuscola stradina di ciottoli, ormai lisi dal tempo, conduce all’imponente facciata non terminata di questa cattedrale considerata, per molto tempo, il terzo sepolcro più importante della cristianità dopo il Santo Sepolcro a Gerusalemme e San Pietro a Roma.
Una piccola porta di legno introduce all’interno. La Basilica è maestosa. Il coro magnifico e l’organo conta 2960 canne, un capolavoro.
Ma il vero tesoro di questa imponente cattedrale è la minuscola cripta nella quale sono conservate le spoglie di Maria Maddalena. Pochi gradini e uno spazio minuscolo accoglie il pellegrino che vuol rendere omaggio alla Santa.
La storia di Maria Maddalena, apostola degli apostoli è per certi versi avvolta nel mistero e ogni anno migliaia di pellegrini raggiungono questi luoghi per renderle omaggio. In nessun altro luogo, la devozione per lei è così straordinariamente sentita come in Provenza.
La leggenda narra
Secondo una leggenda, presumibilmente nel 47 d.C. (o nel 44), in fuga dalla Terrasanta e una volta imbarcatasi su una nave senza vela e senza remi, la Santa aveva raggiunto Saintes-Marie-de-la-Mer. Varie versioni la vogliono, tra gli altri, accompagnata dalla sorella Marta e dal fratello Lazzaro, oltre che da Maria Jacobé, Maria Salomé e Giuseppe di Arimatea e infine accolti da Sarah l’egiziana. Dopo avere evangelizzato la Provenza, Maria Maddalena aveva passato 33 anni in preghiera e penitenza in una grotta, più tardi chiamata la Sainte-Baume (dal provenzale baumo, caverna). Per poi morire proprio dove adesso sorge la cattedrale.
Maria Maddalena nella letteratura e al cinema
Nei secoli, la figura di Maria Maddalena è apparsa, enigmatica, nei Vangeli apocrifi e gnostici. Ma nell’ultimo decennio ha scatenato un interesse addirittura morboso con il Codice da Vinci di Dan Brown, best seller in tutto il Mondo.
Quest’ultimo, riprendendo leggende medievali e saggi più o meno attendibili quali Il Santo Graal e L’eredità messianica di Michael Baigent, Richard Leigh e Henry Lincoln. Anche il cinema si è sempre interessato di questa misteriosa figura. Dopo Jesus Christ Superstar (1973), tratto dall’omonimo musical e Gesù di Nazareth (1977), diretto da Franco Zeffirelli, è stata la volta di La passione di Cristo (2003) per la regia di Mel Gibson, con Monica Bellucci e quindi il Mary di Abel Ferrara, premio speciale a Venezia, con Juliette Binoche, dove la protagonista, dopo avere interpretato il ruolo di Maria Maddalena, ne era rimasta ossessionata.
Sulle tracce della Storia
Storia o mistero, verità nascoste o ricostruzioni fantasiose. Difficile da dire. Quello che è però certo è che la Storia è passata di qua e ha lasciato una magnifica traccia.
Seguire le tracce di Maria Maddalena in Provenza ci costringe a girovagare tra le piccole strade provenzali, fuori dai circuiti turistici, scoprire piccoli paesini con le persiane colorate (veramente incantevoli) e piccoli ristoranti quasi fuori dal mondo. Scoprire le distese di vigne dei Domaine, le aziende vinicole dove fermarsi per gustare un fresco rosè sul patio che guarda le vigne. Attimi impagabili nei quali le lancette sembrano aver perso la loro quotidiana velocità.
Vivere pillole di mondo. Itinerari fuori rotta.
La bottiglia di plastica
La foto in copertina è stata scattata personalmente durante la visita. Facile intuire il mio stupore quando riguardando le foto mi sono accorta che la Santa tiene tra le mani una bottiglia di plastica della cui presenza non mi ero minimamente accorta durante lo scatto.
Ho deciso di lasciare comunque questa foto pur non conoscendo il motivo della strana presenza. Io l’ho intesa come il monito di Maria Maddalena a non usare la plastica. Un richiamo alla salvaguardia del nostro pianeta….